Giorgio Abetti: i viaggi |
A Mount Wilson Giorgio Abetti compie una serie di osservazioni di protuberanze eseguite con lo spettroeliografo Rumford affiancato al telescopio Snow, dati che poi verranno confrontati con quelli raccolti a Catania. I risultati della sua attività di ricerca di questo periodo trascorso negli Stati Uniti verranno poi presentati in un articolo pubblicato sull ' �Astrophysical Journal� (di cui Hale era stato fondatore ed editor) nel 1911 dal titolo Photographic Observations of protuberances. Tornato in Italia, lavorò, prima come assistente presso l'Istituto di Fisica Terrestre di Napoli, poi come astronomo all'osservatorio del Collegio Romano. Nel giugno del 1913 partecipa alla spedizione De Filippi in Karakorum, Himalaya e Turkestan cinese e russo con le mansioni di astronomo geodeta e geofisico, ma è costretto a rientrare prima del tempo a causa dello scoppio della guerra mondiale. In una lettera ad Hale del febbraio 1917 scrive: « For us Astronomy is now only a remembrance and to take «Per noi l 'Astronomia è adesso solo un ricordo ed interessarsi al A guerra ancora non terminata, in qualità di ufficiale del genio, parte nuovamente per gli Stati Uniti dove, oltre al � war business come lo definisce lui, trova in realtà anche il tempo per dedicarsi all'astronomia. Si reca infatti prima a Chicago dove incontra Fabry, Abraham e Gale con cui discute del sistema di classificazione degli spettri, poi ad Washington e Pasadena. Nel 1918 si unisce ad una spedizione di astronomi dell ' Osservatorio di Mount Wilson e parte per Green River, Wyoming, allo scopo di osservare, a 1800 metri di altitudine, l'eclissi totale di sole dell'8 giugno. Ma è sopratutto alla California e all'instancabile attività di Hale che il suo pensiero è rivolto: «Thus it happens that, finding myself in America at the end of the war, in the line of military duty, I was able to take up again the beloved science, in an effort to bring back from the Pacific shore to Italy, knowledge of progress made here in the field of astronomy.» [G. Abetti, Arrivederci, bella California!] «Così accade che, trovandomi in America alla fine della guerra, in veste militare, riuscii ad occuparmi ancora dell'adorata scienza, in uno sforzo di riportare dalla costa del Pacifico in Italia la conoscenza dei progressi fatti qui nel campo dell'astronomia » Tornato in Italia nel 1921, succede al padre nella direzione dell'Osservatorio di Arcetri e nella cattedra di Astronomia del Regio Istituto di Studi Superiori, che poi diventerà l´Università degli Studi di Firenze nel 1924. Come Direttore dell ' Osservatorio Giorgio Abetti si adopera per costruire la Torre Solare, onde dotare l´Istituto affidato alle sue cure di uno strumento di avanguardia per la ricerca. Ad Abetti va ascritto il merito di avere intuito rapidamente che non si può fare ricerca senza costruire una scuola di allievi che possano con il loro ingegno allargare gli orizzonti degli studi. Si formano alla scuola di Abetti astronomi di alto livello diversi dei quali diventeranno a loro volta direttori di vari osservatori astronomici ( Napoli, Firenze, Catania, Torino, Trieste). Il suo più importante contributo scientifico può essere considerato l'apprezzato articolo del 1929 sull´ Handbuch der Astrophysik in cui fa il punto dai progressi della fisica solare. Questo lavoro è stato considerato per tanti anni una sorta di punto di partenza per la specializzazione di tanti giovani astronomi. Abetti è stato anche un grande divulgatore. |