Zona abitabile galattica

In un prossimo futuro la definizione di zona abitabile galattica potrebbe essere modificata per ampliarsi anche a regioni più esterne della nostra galassia. Questo perché sarà necessario considerare non solo la metallicità, ovvero l’abbondanza di elementi più pesanti dell’elio, ma anche la capacità del gas e della polvere interstellari di formare molecole organiche. Lo conferma lo studio “CHEMOUT: CHEMical complexity in star-forming regions of the OUTer Galaxy. I. Organic molecules and tracers of star-formation activity” guidato da Francesco Fontani pubblicato su Astronomy & Astrophysics.
Grazie al lavoro del team internazionale coinvolto nel progetto ChemOut (Chemical Complexity in Star-forming Regions of the Outer Galaxy), per la prima volta sono state analizzate in dettaglio nella regione esterna della Via Lattea alcune molecole organiche semplici e molecole associate a processi di formazione stellare. I risultati dello studio mostrano che la presenza di queste molecole non varia significativamente con la distanza dal centro galattico e l’attività di formazione stellare è altrettanto efficiente anche nei più remoti confini della galassia.

 

Fig1 CHEMOUT paperI scaled

Rappresentazione artistica della Via Lattea: i cerchi verdi indicano le sorgenti osservate, il cerchio giallo rappresenta la zona solare con il Sole indicato al centro. Sulla destra sono schematizzate alcune delle molecole individuate nello studio.
Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/R. Hurt (Ssc/Caltech)/ Fontani/Magrini (Inaf)

 

Link all'articolo: https://www.aanda.org/articles/aa/pdf/2022/04/aa42923-21.pdf
Autori INAF-OAA: Francesco Fontani (primo autore), Maria Teresa Beltràn, Laura Magrini

Media INAF:  https://www.media.inaf.it/2022/04/19/risultati-chemout/